L’Aventino, colle più meridionale dei sette, nulla conserva dell’impronta plebea dei tempi antichi che anzi ora è uno dei quartieri residenziali più ambiti dell’Urbe. La classica birreria irish col football in tv, le olive ascolane e l’erasmus olandese a spinare medie sarebbe stato un affronto olfattivo intollerabile per i residents: infatti l’inedito e altisonante Queen Makeda Grand Pub emerge furiosamente dal gregge della Roma al luppolo.
Trentotto rubinetti occhieggiano discreti da una nuda parete piastrellata. Cucina a vista, girarrosto con galletti sfrigolanti, bancone con kaiten nipponico (il tapis roulant degli all you can eat, per capirci), due ampie sale in stile industrial.
Alla moda corrente insomma, una commistione di tutto, un’internazionalità forse eccessiva ma non invadente con birre (e solo birre, lo spritz lo bevete altrove) provenienti da ogni dove, Italia compresa, accompagnate dalla pannocchia del sud statunitense, il pane di segale con salmone scandinavo, lo stinco bavarese, il cous cous marocchino, i burgers yankee e l'(im)mancabile tonnarello per l’inguaribile nostalgico della cucina di mammà.
Tutto per tutti, quindi, o quasi: i prezzi sono abbordabili, ma la qualità giustamente si paga. Due birre (ottime, spinate come Dio comanda e nel bicchiere giusto) e un abbondante curry d’agnello con riso basmati, 22 euro. Troppo? C’è sempre Trastevere con le Peroni 66(6) e kepap da gustare in riva al biondo Tevere.
Ah, ma chi era ‘sta Makeda? La regina di Saba, nientemeno. E ora potete portarvela sul divano di casa, comprando una birra imbottigliata da Malarazza per il Grandpub.
Queen Makeda Grand Pub
tel. 06.5759608
Nei dintorni
Il Giardino degli Aranci con splendida veduta panoramica di Roma, le chiese di S. Sabina e di S.Anselmo, il celebre buco della serratura da cui si può godere di una strepitosa vista di S. Pietro.