Milano, via Volta, longitudine vivace tra Brera e l’omonima porta, bastione meneghino opposto ai flutti del Mar Giallo di via Sarpi: si va al Pescetto, civico 9 e luminose vetrine che promettono luculliane esperienze a base di pesce. Formula innovativa (anche se già vista): scegli qualità e quantità al banco pescheria, decidi il tipo di cottura, ti accomodi al tavolo e una volta arrivato il tuo turno prelevi i tuoi piatti.
I pro sono numerosi: il pesce è invitante e la qualità del fresco sembra ineccepibile, la vendita è all’etto, così da decidere quanto mangiare (e quanto spendere), la cantina contenuta ma discreta (e con prezzi umani), il contesto divertente (per alcuni). I contro pochi, ma ci sono tutti. Ma andiamo con ordine.
Ambiente minimal, total white, meneghin chic: pochi fronzoli, bianco imperante, largo alla luminosità in ambienti spaziosi ma anche parecchio rumorosi. Personale discretamente cordiale, ma con il caratteristico cipiglio da ristoratore milanese (del centro): “non dai propriamente fastidio, ma comunque ritieniti un privilegiato a entrare qui, che noi lo facciamo per devozione all’umanità ‘sto lavoro, mica per lucro (barbòne! Ndr), siamo solo Sacerdoti del Gusto Assoluto.” Chi lotta quotidianamente tra Corso Como e la Darsena, può comprendere.
Poco da ridire sulla qualità dei piatti: tartare di ricciola ottima, ma carica d’aglio, che si sa… Eccellente e croccante il fritto di moscardini, ma gli stessi cefapolodi, saltati in padella con aglio, olio e peperoncino ricordavano tanto dei simpatici pupazzetti che regalavano con le patatine anni fa. Buone le capesante, invitanti i gamberi. Due discrete bottiglie di vino (prosecco trevigiano e falanghina) in quattro: 27 euro a testa. Stesso menù in un ristorante classico almeno 50 euro.
Fattibile e consigliabile, ma solo se si entra preventivamente nell’ordine di idee di una cena (vuoi il contenimento dei costi) stile staffetta agonistica tra il tavolo, il bar, la cucina, la cassa e dulcis in fundo l’area piatti sporchi (nota dolente, che un giovane di belle speranze a raccogliere i suddetti ci potrebbe anche stare, allo stesso prezzo). Come le sagre di una volta, ma senza gli zavorrati anziani logorroici. Presentatevi dunque organizzati e con idee chiare, possibilmente senza la classica Sharon Zampetti “Eeeh ma non lo so… Il tonno crudo mi fa seeensooo…” e prestate orecchio all’invisibile Gauleiter che con tono stentoreo chiamerà una o più volte il vostro Numero. Accorrete lesti alla chiamata, è un consiglio…
Ristorante Pescetto
Via Alessandro Volta 9, 20121 Milano
Tel: 02 3675 4184
Aperto da Martedì a Domenica, sia a pranzo che a cena
www.ilpescetto.it
Mezzi pubblici: M2/verde, fermata Moscova
Nei dintorni: Monumento di Porta Garibaldi
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